grana disturbata

"sera, sera dolce e mia!
...
non son più che sguardo,
sguardo sperduto, e vene".

Sibilla Aleramo




troppe informazioni. troppe parole. confusione. 

basterebbe qualche ora un pò più a sud, questo il pensiero quotidiano da almeno una settimana. 

rilke scrive ‘a poco a poco andiamo componendo in noi il luogo della nostra origine, per nascervi dopo, e ogni giorno più definitivamente’. penso quel a poco a poco comprenda uno spazio e un tempo importanti: i vuoti.

il mare e i vuoti sono la culla della vita nuova.
dunque la questione forse non è il sud, la questione è il mare: basterebbe qualche ora davanti al mare, perchè i vuoti, alla sera, nelle trame della sua quiete, sempre riesco a trovarli.





foto_g i a n n i b e r e n g o g a r d i n

digressione_gianni berengo gardin.
quel che amo dei suoi lavori è la grana disturbata, dai contrasti ineludibili.
le sue foto davanti al mare sembrano fatte di sabbia rappresa dall’acqua.

io il mare lo guardo allo stesso modo. la grana delle cose cambia, tra mille increspature. 
cambia anche la mia, si stropiccia, si sfilaccia. tra la terra, il mare e il cielo. le voci del sud che mi chiamano a certe ore del giorno, calde, orizzontali, piene di sabbia e sole, di tramontana e oleandri e la luce del nord che mi lusinga con la sua luce pulita, chiara, i suoi colori brillanti e vividi.

quella linea sottile tra mondi contrastanti sempre ci percorre nel profondo,passando dalla carne ai pensieri passando per la carne.

ogni giorno diventiamo un pó di più quel che siamo realmente.



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